Da “Bresciaoggi”, domenica 16 marzo 2014

Le vie del Signore sono infinite e quando passano da un campo da calcio, il suo assist non puoi sprecarlo: devi puntare la porta e segnare. Giada Gagni quel gol non lo ha sbagliato. Ha appeso le scarpe al chiodo e indossato la tonaca delle Piccole Figlie del Sacro Cuore (Sale – Al).

La promettente giocatrice di calcio di Palazzolo ha risposto così a una «convocazione» più importante di quella della nazionale. La vocazione ha spinto la 23enne ad intraprendere il percorso delle novizie prima, e consacrarsi a Dio prendendo i voti poi.
Ora si trova a Roma, dove coniuga lo studio della teologia all'impegno educativo negli oratori mettendo a frutto il bagaglio di esperienze e umanità raccolto sul rettangolo verde.
Giada era capitano del Franciacorta, la squadra di calcio femminile più importante del comprensorio. Le sue qualità tecnico atletiche erano state subito notate da Lidia Gandossi, ex centravanti della nazionale e presidente del club. In due stagioni Giada Gagni ha conquistato i tifosi e le compagne di squadra per le sue doti di centrocampista e per il grande fair play. Punto di riferimento dello spogliatoio, le è stata affidata la fascia di capitano.
Ma a metà dell'ultima stagione, come detto, ha lasciato il calcio per diventare suora. La scelta di vita di Giada ha sorpreso le compagne, ma non Lidia Gandossi.
«Lo sport è un passaggio della vita e non la vita - osserva l'ex azzurra, che pure sul campo ha ricevuto molte soddisfazioni -. Quando poi si tratta di una scelta che attiene la sfera spirituale, non ci sono coppe, medaglie o promesse di gloria che ti possono far cambiare idea. Giada ha intrapreso una meravigliosa avventura, merita rispetto e stima. Tutti siamo orgogliosi di lei».
Dopo la vestizione a Sale, in provincia di Alessandria, una delegazione della società guidata dalla dirigente Serena Vitalini e da Lidia Gandossi ha scelto un giorno speciale come l'8 marzo per andare a Roma e riabbracciare l'ex capitano.
«Per Giada - continua l'ex bomber della nazionale -, il calcio rimarrà un'esperienza breve ma importante, perchè in quegli anni ha maturato il percorso interiore che ha cambiato i suoi obiettivi di vita. È una persona speciale: ce ne siamo rese ancora più conto quando ci ha comunicato con una semplicità disarmante che smetteva di giocare per indossare il velo. Abbiamo subito capito dal suo tono che, come faceva in campo, avrebbe giocato fino in fondo anche questa nuova e straordinaria partita».
La giornata trascorsa a Roma ha lasciato in tutte le giocatrici del Franciacorta un ricordo tenero e speciale.
«Credo che nessuno dimenticherà quell'incontro - conclude Lidia Gandossi -. Suor Giada ha ricordato i suoi momenti con la maglia verde arancio e, con occhi pieni di felicità, ci ha raccontato il suo percorso e la sua scelta, chiedendoci, quando ci siamo salutate, di portare il suo saluto a tutte le compagne di squadra che ricorda sempre nelle preghiere».

Giancarlo Chiari