La nostra giornata in comunità
Veramente le nostre giornate in comunità trascorrevano serene e tranquille mentre la gente di Sale si preoccupava di noi. Essa non capiva e non vedeva la nuova Congregazione sotto la luce della fede, per cui pensava a figliole vittime dell’illusione e della fame.
Il pensiero della fame invece non ci preoccupava affatto; le nostre ricreazioni erano spontanee, gioiose, vivaci. Agli inizi dell’Opera il Padre era direttore spirituale dei chierici del Seminario di Stazzano e veniva da noi una volta alla settimana per prendere contatto con la nuova Congregazione.
Quando arrivava era festa per noi; la sua delicata premura gli impediva di arrivare a mani vuote, perciò ci portava un po’ di nocciole, fichi, castagne secche che noi gradivamo, gustando soprattutto il dono del cuore.
In questo clima di semplicità e gioia in cui ci si muoveva, grandissima era la nostra riconoscenza anche per le piccole cose che la Provvidenza metteva a nostra disposizione.
Ricordo con commozione che pur vivendo la povertà evangelica perfino nelle stoviglie che non bastavano e bisognava usarle a turno, tuttavia non eravamo per nulla sconcertate. Spesso il vitto era anche abbondante. Il Sacro Cuore è sempre stato veramente prodigo con noi.
Madre Teresa Soncini